Gruppo Liturgico

 

            Il Gruppo liturgico, nella Parrocchia dei Santi Angeli Custodi è un insieme di operatori pastorali (Ministri istituiti, Responsabile dei lettori, della Schola Cantorum e alcuni Catechisti) che, guidato dal Parroco, coordina le Celebrazioni liturgiche, formandosi prioritariamente allo spirito della Liturgia, secondo i dettami del Concilio Ecumenico Vaticano II (Cfr. Sacrosanctum concilium, 42).

Esso rappresenta un valido aiuto agli operatori pastorali e alla Comunità dei Santi Angeli Custodi per meglio comprendere, celebrare e vivere il Mistero di Cristo e della Chiesa.

Sono trascorsi cinquantacinque anni da quando il Concilio Ecumenico Vaticano II, nel 1963, nella Costituzione sulla Sacra Liturgia raccomandava vivamente «che tutti i fedeli siano formati a quella piena, attiva e consapevole partecipazione alle celebrazioni liturgiche, quale è richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano ha diritto e dovere di partecipare in forza del battesimo» (Cfr. Sacrosanctum concilium, 14).

Purtroppo, occorre ammettere che tale raccomandazione auspicata dai padri conciliari, sebbene aiutata da una serie di riforme rituali e celebrative, non ha ancora favorito quella partecipazione attiva al Mistero celebrato.

Dobbiamo riappropriarci di quell’” ardore eucaristico” dei primi cristiani che, pur con innumerevoli difficoltà, vivevano e celebravano il Mistero come un’esigenza irrinunciabile, anche a costo della propria vita.

Mirabile è l’esempio dei 49 cristiani di Abitene che, nel 304, furono sorpresi a celebrare l’Eucarestia, nonostante il divieto imperiale. Condotti in carcere, prima di morire, essi risposero “Sine dominico non possumussenza la domenica non possiamo vivere”.

Il Papa emerito Benedetto XVI, alla sua prima uscita ufficiale da Roma, nel maggio del 2005, in occasione del XXIV Congresso Eucaristico Nazionale, nella spianata di Marisabella a Bari, così commentava questo episodio: «È un’esperienza, quella dei martiri di Abitene, sulla quale dobbiamo riflettere anche noi, cristiani del ventunesimo secolo. Abbiamo bisogno di questo Pane per affrontare le fatiche e le stanchezze del viaggio. La Domenica, Giorno del Signore, è l’occasione propizia per attingere forza da Lui, che è il Signore della vita. Il precetto festivo non è quindi un dovere imposto dall’esterno, un peso sulle nostre spalle. Al contrario, partecipare alla Celebrazione domenicale, cibarsi del Pane eucaristico e sperimentare la comunione dei fratelli e delle sorelle in Cristo è un bisogno per il cristiano, è una gioia, così il cristiano può trovare l’energia necessaria per il cammino che dobbiamo percorrere ogni settimana.»